La bambina con i capelli ricci posa il
pennarello sul tavolo, raccoglie il foglio su cui ha appena disegnato
la mamma, grande, occupa quasi l'intera pagina. La figura ha un largo
sorriso e le braccia spalancate come volesse abbracciarla. Dietro il
foglio la bambina ha scritto il suo nome, cinque lettere sghembe
tracciate con il verde: Alice.
Alice sistema il disegno nella casella
che riporta il suo contrassegno: la pera. A lei quella pera proprio
non piace, sono state le maestre ad assegnarla, e per questo i
compagni la prendono in giro, la chiamano “Alice nel paese delle
pere”. Alice odia le pere. Fosse stato per lei avrebbe scelto un
simbolo molto più bello come il palloncino o l'aquilone, ma questi
erano già stati assegnati già ad altri bambini che nessuno prende
in giro.
La maestra batte le mani e i bambini
prendono posto sulle panche, sotto le grandi finestre. L'aula non è
molto grande, ma Alice se ne renderà conto solo tornandoci anni
dopo. Allora le sembrava enorme, come la maestra, come il babbo, come
la mamma.
I bambini chiaccherano tra di loro,
fanno smorfie, ridono, si danno i pizzicotti, una bambina con le code
piange. La Maestra accende il piccolo mangianastri e fa loro segno di
far silenzio.
Dalle casse esce disturbato il suono di
un tamburello, la Maestra alza poco il volume e batte le mani a
tempo. I bambini, insieme batto le mani anche loro. Una voce canta
Larizumbalalillàllero, larizumballalillà.....I bambino sorridono e
cantano con la voce che suona: “C'era un grillo in un campo di
lino.......
C’era un grillo in un campo di lino
la formichina gliene chiese un filino.
la formichina gliene chiese un filino.
Disse il grillo: «Che cosa ne vuoi fare?»
«Calze e camice mi voglio maritare.»
Disse il grillo: «lo sposo sarò io»
La formichina: «sono contenta
anch’io.»
«Calze e camice mi voglio maritare.»
Disse il grillo: «lo sposo sarò io»
La formichina: «sono contenta
anch’io.»
Era fissato il giorno delle
nozze,
due fichi secchi e due castagne
cotte.
nozze,
due fichi secchi e due castagne
cotte.
Andarono in chiesa per mettersi l’anello,
cadde il grillo e si ruppe il cervello.
cadde il grillo e si ruppe il cervello.
La formica corse verso il mare
cercar l’unguento e il grillo medicare.
cercar l’unguento e il grillo medicare.
Quando fu là, laggiù vicino al porto
venne la nuova che il grillo era già
morto.
venne la nuova che il grillo era già
morto.
Suonan le nove, e di la nel prato
si sente dire che il grillo è sotterrato.
La formichina, per il gran dolore
prese le zampine e se le ficcò nel cuore.
si sente dire che il grillo è sotterrato.
La formichina, per il gran dolore
prese le zampine e se le ficcò nel cuore.
Suona il tocco, nel campo di riso
si sente dire che il grillo è in
paradiso.
si sente dire che il grillo è in
paradiso.
Quattro grillini vestiti di nero
portarono il grillo sino al
cimitero.
portarono il grillo sino al
cimitero.
Quattro formiche vestite di
bianco
portarono la formica sino al
camposanto.
bianco
portarono la formica sino al
camposanto.
Esistono diverse versioni di questa famosa filastrocca popolare, che tutt'oggi ancora si canta nelle scuole materne. Questa è la versione che cantavo io.