Sabato 13 Maggio - ore 18,30 - ci sarà un'anteprima del nostro progetto di Orto Poetico, per la prima volta è la poetessa Piera Polci a farsi ispirare dalle nostre illustrazioni. Vi aspettiamo al Convento di SS. Caterina e Barbara, Santarcangelo di Romagna (RN).
mercoledì 10 maggio 2017
Orto Poetico
Sabato 13 Maggio - ore 18,30 - ci sarà un'anteprima del nostro progetto di Orto Poetico, per la prima volta è la poetessa Piera Polci a farsi ispirare dalle nostre illustrazioni. Vi aspettiamo al Convento di SS. Caterina e Barbara, Santarcangelo di Romagna (RN).
lunedì 28 settembre 2015
Boves Letteraria
Dal 28 Settembre al 4 ottobre, il Collettivo di Illustrazione Nie Wiem, vi aspetta con la mostra 'Sotto Una Zolla Splende La Luna' Ospiti dell'iniziativa: Boves Letteraria (CN)
martedì 26 maggio 2015
A Milano, Il 26 maggio.
A
Milano, Il 26 maggio, nell’ambito della Settimana di Cultura Polacca ed
Expo in Città, organizzati nei giorni dal 23 al 31 maggio in
collaborazione con Milano Classica, avrà luogo l’evento Forse Quel
Giorno – La nota blu. In collaborazione con: Casa della Poesia, il
gruppo artistico Collettivo Nie Wiem, e la partecipazione di Francesco
Cataluccio.
Verrà proiettato il video “La vita a volte è sopportabile. Ritratto ironico di Wislawa Szymborska.”
In mostra le illustrazioni del Collettivo Nie Wiem, che renderanno omaggio alla poetessa polacca, Premio Nobel, Wislawa Szymborska.
Per avere informazioni e per assistere a questo e ai molti altri eventi organizzati dal Consolato Polacco rivolgersi a:
Palazzina Liberty
all'interno del Parco Vittorio Formentano conosciuto come Parco di Largo Marinai d'Italia
Corso XXII Marzo - via Cadore - via Anfossi
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 02 28510173 - 339 6141865
http:// www.orchestramilanoclassica /
Verrà proiettato il video “La vita a volte è sopportabile. Ritratto ironico di Wislawa Szymborska.”
In mostra le illustrazioni del Collettivo Nie Wiem, che renderanno omaggio alla poetessa polacca, Premio Nobel, Wislawa Szymborska.
Per avere informazioni e per assistere a questo e ai molti altri eventi organizzati dal Consolato Polacco rivolgersi a:
Palazzina Liberty
all'interno del Parco Vittorio Formentano conosciuto come Parco di Largo Marinai d'Italia
Corso XXII Marzo - via Cadore - via Anfossi
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 02 28510173 - 339 6141865
http://
lunedì 11 maggio 2015
Splende la luna e si specchia da Mirror
La primavera è arrivata con Mirror, la Galleria d’arte che
ci ha ospitate, a Vicenza.
Un vaso di iris freschi in vetrina, una credenza antica
carica di libriccini sublimi e un lampadario liberty a illuminare un
bel tavolino rotondo fanno l’immagine raffinata e fresca della Galleria Mirror,
in cui ci accoglie il sorriso dolce di Teresa, entusiasta quanto noi di portare
la poesia di Miklos Radnoti a Vicenza.
Galleria Mirror, vetrina |
Teresa Francesca Giffone nella sua Galleria Mirror |
Lo spazio espositivo ha regalato al nostro allestimento un bel
respiro: le cornici libere ospitano al loro interno la sequenza di
immagini in un alloggiamento congeniale, potendosi così esprimere in tutta la loro
forza, che vuole richiamare con rinnovata energia e coraggio la poetica di
Miklos, i versi carichi di ansia di vita, il desiderio di continuare a vedere
il cielo, i prati, le stelle, l’amarezza struggente nei confronti di un’
inumanità sconcertante, la paura per l’orrore nel quale è stato trascinato.
Sotto una zolla splende la luna alla Galleria Mirror, Vicenza |
Trasmettere la passione per la poesia, illustrandola, è la
vocazione cui tende il Collettivo Nie Wiem.
Da sempre.
Collettivo significa accogliere
più cose o persone facendone un tutto al singolare, e questa volta più che
mai il cuore eroico di Miklos e la capacità che ha avuto di rimanere fedele a
sé stesso in un tempo così ostile e troppo complesso per sventolare la bandiera
dell’unicità e della libertà di pensiero, ci ha forgiato, noi Collettivo Nie
Wiem, esprimendoci, sì, con diverse voci, elementi, colori, ma in un unico e
solo slancio espressivo: quello di far giungere il grido forte dei versi delicati
di un grandissimo poeta, che fino all’ultimo giorno ha sperato la vita e ha
amato l’amore.
Per tutto.
le nostre cartoline |
Mi sveglierò anch’io! sulla treccia
d’oro della mia amata urlerà la luce del sole,
oscillando, la mia ombra crescerà fino al cielo
e con i miei ventidue anni sfrontati stanotte
per cena mangerò tre stelle!
d’oro della mia amata urlerà la luce del sole,
oscillando, la mia ombra crescerà fino al cielo
e con i miei ventidue anni sfrontati stanotte
per cena mangerò tre stelle!
Sotto una zolla
splende la luna, sarà in mostra fino al 6 giugno.
Al vernissage il Collettivo Nie Wiem ha incontrato numerose persone interessate al poeta ungherese e curiose di scoprire il progetto di collaborazione collettiva, nella sua propria sinergica
volontà di lavorare per la fusione di poesia e immagini.
i nostri pacchetti |
Dalla
finestra vola dentro una vespa moribonda,
la mia
donna dormendo parla nel sonno,
il bordo
delle nuvole sempre più cupe
si
increspa di bianco per il debole vento.
Di che
posso parlare? Viene l’inverno viene la guerra;
giacerò a
pezzi e non mi vedrà nessuno;
nella
bocca e negli occhi la terra corrotta
e il
corpo solcato da radici.
Papaveri appena colti, salatini, prosecco e risate tra amici
hanno fatto il resto. Le note allegre di un’estate incombente hanno scaldato il
Collettivo Nie Wiem, che approfitta di questo breve racconto per ringraziare di
cuore la gallerista Teresa Francesca Giffone, ormai un’amica; Vicenza, città
bellissima e non solo perché palladiana!, e Miklos Radnoti, il quale con la sua
giovane età piena di fiducia per il futuro e di ansia di vita avrebbe
senz’altro gioito della serata.
Basilica Palladiana |
Loggia del Capitanio |
Teatro Olimpico, il Giardino |
Teatro Olimpico, il Giardino |
martedì 28 aprile 2015
lunedì 30 marzo 2015
Pagina 273
Siamo contente, no di più, felicissime, no di più, commosse, strafelici!
Nel libro 'cianfrusaglie del passato' la vita di Wisława Szymborska
raccontata da due delle più importanti firme del giornalismo culturale
polacco, si parla di noi!
martedì 27 gennaio 2015
La memoria dell'umanità
“L'Olocausto
è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere
il
segnalibro della memoria.”
(Primo
Levi)
Che
cosa è “memoria”? In quali, e quanti, modi differenti, si può
fare, memoria, renderla visibile?
La
memoria dell'umanità, la storia degli altri intrecciata con la
nostra stessa storia, si fonda su qualcosa di delicato e, al tempo
stesso potentissimo: una traccia visibile.
Lasciare
un segno, scrivere un nome, delineare una forma, significa fare
memoria.
Non
v'è memoria, se non condivisa da almeno due sguardi differenti. Ma
come si può restituire visivamente, allo sguardo collettivo, memorie
d'altri, intessute dell'ordito, così differente, della nostra stessa
memoria?
Ognuna
di noi si è posta queste domande, attraversando con lo sguardo le
pagine scritte dal poeta Miklòs Radnòti, incontrandovi parole
resistenti, paladine della memoria.
Versi
che, scritti in un preciso momento storico, ci parlano in realtà del
tentativo di sovvertire un destino avverso comune a moltissimi
orizzonti umani. Ci raccontano la volontà di un nostro simile nel
non piegarsi alla crudeltà e, attraverso i territori freddi della
prigionia, del dolore, dell'insensatezza, ci accompagnano verso un
luogo altro, nel quale la bellezza è una chiave in grado di aprire
l'anima, alleggerire i pensieri e rendere vive le emozioni,
felicemente rannicchiate nella vicinanza fisica con le persone amate.
Abbiamo
scelto il dialogo con la poesia di Miklòs Radnòti precisamente per
questo motivo: essa comunica, in ogni segno e accento, il valore
universale della memoria come strumento di resilienza.
La
forza di questo poeta ungherese vive nel comporre versi, nel
mantenere il filo indissolubile che lo lega alla sua natura
sensibile, nonostante una realtà fatta di umiliazioni e patimenti
nel lager, un destino di lavori forzati, marce – aberrazioni che
solo la guerra è capace di infliggere. - nonostante una fine
disumana, gettato in una fossa comune insieme al taccuino con le sue
poesie.
I
suoi versi sono un antidoto contro un mondo che si “vermifica”.
La sua matita è un'arma contro i fascisti ungheresi, uomini della
sua stessa patria che hanno rinnegato ogni valore di umanità. La sua
fantasia è uno strumento di sopravvivenza, una ricchezza interiore
nella quale divengono visibili paesaggi carichi di colori e popolati
di speranza, dove il ricordo dell’amata moglie Fanni e del tempo
trascorso insieme alleviano le sofferenze.
Attraverso
il tempo, Radnòti ci parla.
Quest’uomo,
ucciso a trentacinque anni da mano vigliacca, non è una voce del
passato, è un uomo del nostro tempo. La sua azione poetica, la sua
testimonianza, che giunge fino a noi in tutta la sua potenza è un
importante esempio di resistenza anche per il qui ed ora, che ci vede
ancora sospettosi verso i nostri fratelli, spietati verso i deboli,
incuranti nella nostra quotidianità greve della minaccia di
genocidi, guerre, persecuzioni etniche, politiche,religiose.
Come
Radnòti, anche il nostro Collettivo non vuole cedere al senso di
desolata tristezza che ci pervade, quando constatiamo come il
sacrificio di tutte le persone uccise a causa di conflitti e
iniquità, non sia stato e non sia tuttora, un esempio per evitare di
commettere gli stessi errori.
Abbiamo
voluto rendere omaggio e fare nostra la scintilla di resistenza alla
disgregazione e all'impotenza, che sembra pervadere il nostro tempo.
Tradurre
le sue poesie in immagini, stenderle su fili tirati di una semplice
cornice - che ha come confine il perimetro ma che è libera al suo
interno, senza fondo e vetro a protezione - vuole essere una metafora
del portare alla luce non solo i versi di Radnòti, ma anche la
sensibilità che tutti noi come esseri umani siamo chiamati ad avere,
il rispetto della vita, della diversità e soprattutto dell’infanzia
che più di tutti è traumatizzata dalle violenze che i conflitti
ciechi portano a compimento.
Nella
giornata della memoria, il Collettivo vuole ricordarsi, e ricordare,
che la vita, la bellezza, l'umanità e la potenzialità di
trasformazione sono in ciascuno di noi e abbiamo il dovere di
utilizzarle per costruire, non per distruggere.
Vogliamo
testimoniare, attraverso le immagini, il valore del ricordo, non
lasciato all'oblio come cosa appartenuta al passato, bensì fatto
nostro, portato nel quotidiano.
Vogliamo
rendere la memoria di ciò che è stato per altri una solida radice,
in grado di nutrire il nostro il presente e far crescere il futuro di
coloro che verranno.
Attraverso
la condivisione della forza di questo poeta, vogliamo mantenere il
legame con una memoria che è anche nostra.
Con
il suo nome proprio, Miklòs Radnòti, che diventa un nome
collettivo.
“…Riflettici!
Se ti ribelli in futuro
sarai
celebrato da uomini di nuove epoche
che
testimonieranno con fede trepidante la tua vita;
testimonieranno
trasmettendo al figlio
il
tuo ricordo come esempio, per farne un albero forte
sul
quale l’allievo più debole si potrà arrampicare.”
(
Miklòs Radnòti, Sul passaporto di un contemporaneo)
Miklòs e Fanni |
SOTTO UNA ZOLLA SPLENDE LA LUNA
Se da bambina avessi potuto scegliere
un super potere, certamente avrei voluto la capacità di volare.
Tutti i miei personaggi preferiti, letterari e cinematografici,
avevano infatti questo dono.
Nella vita di tutti i giorni guardavo
le cime altissime degli alberi e i tetti delle case immaginando di
poterli toccare mentre sfrecciavo veloce nell'aria. Dentro di me le
immagini e il brivido del vuoto erano così veri e nitidi che spesso
la mia coscienza è stata in bilico tra l'aver realmente vissuto
quella esperienza e la consapevolezza di aver sognato ad occhi
aperti.
Sfortunatamente per chi mi sta accanto,
l'età adulta non è riuscita a privarmi della capacità bambina di
estraniarmi totalmente da un determinato contesto per vivere voli e
sogni improvvisi, come quello che ho vissuto a Roma lo scorso week
end.
“Volete vedere il posto più bello di
Roma?”
“Che domande, certo che vogliamo!”
Krisztián si allontana qualche minuto
e torna con in mano un grosso mazzo chiavi. Ci invita a seguirlo
lungo i corridoi e poi in cima alla grande scalinata di marmo che
termina con un pianerottolo ed una porta di legno. La porta è
l'accesso ad uno dei tanti incredibili giardini pensili celati agli
occhi dei passanti nelle strade. Al centro di esso si alza dritta
verso il cielo una torretta con terrazzo panoramico, alla quale si
accede attraverso una scala a chiocciola di metallo. Krisztián si
arrampica sicuro sulla scala invitandoci a raggiungerlo. Non tutte a
causa dell'altezza se la sentono di seguirlo fino in cima, io mi
accontento di rimanere a metà della scalinata. Il vento è molto
forte, il cielo è limpido e le poche nuvole viaggiavano veloci.
Sotto l'azzurro Roma è infinita. I tetti e i comignoli si rincorrono
l'un l'altro celando storie e giardini segreti. Alcuni colombi
sonnecchiano riparati dal vento all'ombra di un abbaino;
immagino di essere uno di loro. Apro le ali e volo via sui tetti.
Sfioro i davanzali e rubo frammenti di vita romana: un panettiere che
consegna il pane, una ragazza che ride chiacchierando al cellulare,
un'anziana signora che porta a spasso il suo cane, un vigile che
scrive una multa. Torno. Scendo dalla scala, scherzo con le mie
compagne, e ringrazio Krisztián.
Qualche ora dopo, all'inaugurazione,
l'emozione per l'evento è grande. Mi sento piccola e impacciata, i
tetti romani sono lontani anni luce. Sorrido e cerco di spiegare il
mio lavoro e quello del Collettivo con naturalezza, mi tremano le
gambe. Mi guardo intorno assicurandomi di aver ringraziato i
responsabili dell'Accademia d'Ungheria per l'incredibile ospitalità
e gli amici intervenuti. Il tempo se ne va via veloce e io ho la
sensazione di aver perso qualcosa, forse non ho salutato tutti? Non
ho fatto nemmeno una foto..per fortuna qualcuno ci ha pensato al posto mio.
Nel letto, la notte, ripenso ai palazzi
alle piazze con la luce della sera e quella del mattino.
La chiamano “Roma città eterna”
forse perchè un'eternità non basta per coglierla pienamente. Quello
che rimane di lei è solo un piccolo frammento di realtà; potente e
universale come una poesia. Il mio frammento prezioso e inaspettato è
un piccolo grande volo, donatomi da un gentile ragazzo ungherese a
Roma.
Estella Guerrera
Alice Barberini
Cristina Storti Gajani
Valentina Muzzi
Roberta Milanesi
Cristina Sestilli
Loredana Cangini
Elisa Negrini
Il Colletivo Nie Wiem sentitamente ringrazia Péter Sárközy, insegnante di letteratura ungherese all'Università La Sapienza, Sebestyén Terdik referente culturale, Dr. habil. Antal Molnár direttore, Krisztián Cziener e Gábor Orosz collaboratori tecnici.
Gli orari per visitare la mostra fino al 27 febbraio sono dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 19,30 Accademia d'Ungheria via giulia n°1
venerdì 9 gennaio 2015
Sotto una zolla splende la luna
'Sotto
una zolla splende la luna' è il titolo del progetto di visio-poesia del
Collettivo di artiste italiane 'Nie Wiem'. La mostra è ispirata all'opera di
Miklós Radnóti, poeta ungherese scomparso tragicamente nel 1944, in seguito a
deportazione. Quando il corpo di Radnóti fu riesumato, nella tasca del suo
cappotto fu trovato un taccuino, con scritti, fotografie, frammenti poetici,
che ne mostrano il tenace attaccamento alla vita e la capacità di conservare la
dignità, nonostante il destino di prigionia e vessazione. A tale umanità e
forza vitale, il Collettivo Nie Wiem vuole rendere omaggio con questa mostra,
delicata e al tempo stesso radicale, sospesa sul filo tra memoria e
quotidianità. Otto artiste, otto poesie, differenti immaginari visivi annotati
sulle pagine di altrettanti taccuini, che si confrontano con la poesia di
Radnóti, dando vita a dialoghi vibranti di parole e immagini.
Artiste: Alice Barberini,Cristina Sestilli, Cristina
Storti Gajani, Elisa Negrini, Estella Guerrera, Loredana Cangini, Roberta
Milanesi, Valentina Muzzi.
Vi Aspettiamo!
domenica 14 dicembre 2014
mercoledì 4 giugno 2014
martedì 20 maggio 2014
16 eρως - SeDici Eros
A cura del "Collettivo Nie Wiem"
Il Collettivo di illustratrici Nie Wiem propone una riflessione artistica sull’Eros ampliando gli orizzonti della sua ricerca visio-poetica e coinvolgendo nuovi sguardi, nuove voci, nuovi corpi, invitando al dialogo il Maschile, nell’interrogarsi sulle differenti visioni della simbologia dell’Amore.
“SeDici Eros” è un esperimento di dialogo di coppia, anzi, di coppie: otto illustratrici invitano otto illustratori alla danza, nel movimento e nel ritmo di una poesia d’amore, condividendo l’attimo dell’ispirazione che congiunge allo stesso modo artista e poeta, sperimentando inoltre insieme quel “Non so”, che è il principio ispiratore del Collettivo Nie Wiem dalla sua nascita.
Ciascuna coppia interpreterà il medesimo testo poetico scelto di comune intesa, esplorandolo con due differenti ritmi e stili, contemporaneamente interrogandosi sulla possibilità, per uomo e donna, di fare dialogare due visioni dell’Eros accedendo ciascuno al punto di vista dell’altro e riverberandolo nella propria opera.
I dialoghi:
Alice Barberini - Simone Rea
Claudia Palmarucci - Shout
Cristina Sestilli - Giuseppe Braghiroli
Estella Guerrera - Andrea Calisi
Laura Paoletti - Maurizio Quarello
Loredana Cangini - Gianluca Folì
Roberta Milanesi - Javier Zabala
Rosaria Farina - Gek Tessaro
Vi aspettiamo Inaugurazione Sabato 31 maggio ore 18,30 presso Un_Type Strada San Nicolò 7, 43121 Parma http://www.untype.it/
venerdì 21 febbraio 2014
lunedì 23 dicembre 2013
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